N° 47
(PARTE QUARTA)
PROLOGO
Ti
hanno chiesto di offrirti volontario per un esperimento che ti avrebbe
trasformato nel supersoldato d’America. Sei rimasto in animazione sospesa per
oltre sessant’anni per poi risvegliarti in un mondo totalmente cambiato in cui
hai cercato di integrarti e trovare un posto per te.
No,
non sei Steve Rogers e non hai combattuto per il tuo paese nella Seconda Guerra
Mondiale. Il tuo nome è Sean Clinton McIntyre e sei stato un cattivo soggetto.
Eri sergente dell’Esercito degli Stati Uniti e sei riuscito a farti degradare,
in un eccesso d’ira hai ucciso un ufficiale e la Corte Marziale ti ha
condannato a morte. Ti hanno offerto un’opportunità di scampare alla
fucilazione ed ottenere la grazia. Dovevi solo farti iniettare un siero creato
da un certo Dottor Erskine. C’era chi non credeva troppo che avrebbe potuto
funzionare su gracile ragazzotto di nome Steve Rogers e voleva te come
alternativa. Il siero funzionò, peccato per te che come effetto collaterale ti
spedì in coma dal 1940 sino a due anni fa.
Ora
vai in giro per gli Stati Uniti vestendo un costume ispirato a quello di
Capitan America e ti fai chiamare Maggiore Libertà. Cerchi un modo di rimediare
ai tuoi errori del passato. Forse avrai la tua occasione.
1.
L’ex sergente Sean
Clinton McIntyre, ne ha viste di cose strane da quando si è svegliato da un
sonno simile alla morte durato sessant’anni ed ha assunto l’identità mascherata
di Maggiore Libertà e di certo non è particolarmente colpito dai tre uomini e dalla
donna in tuta nera. Perfino il fatto che uno degli uomini abbia le ali e un
altro una specie di muso da drago lo stupisce meno dell’altra donna appena
comparsa, con un ridottissimo costume bianco a coprire appena una pelle
completamente blu. Per lui è completamente sconosciuta, ma per i suoi compagni
d’avventura è qualcuno di familiare, pare.
-Mystica!- esclama
American Dream.
-La signorina ha
indovinato per prima, ecco il suo premio.- replica la donna blu e spara.
Si muovono quasi all’unisono:
U.S.Agent e il Maggiore Libertà sollevano i rispettivi scudi mentre American
Dream attiva il suo campo di forza con un comando nei guanti.
La pallottola è deviata e Mystica
commenta:
-Beh… dovevo
provarci.-
-Cosa ci fai qui,
Mystica?- chiede American Dream.
-Quello che ci fate
voi, immagino: impadronirmi dei segreti di questo posto… prima di raderlo al
suolo. Vi consiglio di farvi da parte o dovremo passare sui vostri cadaveri.-
-Donna… io non so
chi sei, ma non sono abituato a farmi minacciare impunemente.- ribatte il
Maggiore Libertà –Quindi perché non metti giù quell’arma prima di farti male e
non ci segui assieme ai tuoi amici?-
La sola risposta di Mystica è un
ordine rivolto ai suoi alleati:
-Fateli a pezzi!
Lo chiamano l’Aviatore Notturno, ma
lui ama farsi chiamare anche l’Uomo Perfetto. C’è chi dice che non è una
vanteria, perché nel combattimento corpo a corpo sarebbe imbattibile oltre a
padroneggiare svariate altre discipline. Per parafrasare lo slogan di qualcun
altro, è il migliore in tutto quello che fa e poche cose di quelle che sa fare
sono piacevoli.
Jack Flag e Spirito Libero hanno
solo sentito parlare di lui e quello che hanno letto non li ha veramente
preparati ad affrontarlo. Con l’incoscienza della gioventù pensavano di poter
vincere facilmente contro chi ha sconfitto con irrisoria facilità la Guardia
d’Inverno e ben due Vedove Nere,[1]
che forse è lo stesso individuo che ha
dato problemi a Capitan America[2]
e perfino a Hulk.[3] Lo stesso
che forse è stato misteriosamente resuscitato per ben due volte. Quando il loro
avversario li contempla mentre, assieme a Americop, sono a terra sul pavimento della
clinica abbandonata, sanno di averlo drammaticamente sottovalutato. Tre
avversari sconfitti in meno di tre secondi, chi saprebbe fare di meglio?
L’agente del F.B.S.A.[4]
Phil Coulson non è né un novellino né un vigliacco. È consapevole di vivere in
un modo in cui gli dei camminano tra gli uomini, sa che ci sono uomini e donne
in grado di compiere imprese mirabolanti, quindi non dovrebbe essere stupito
quando l’Aviatorie Notturno intercetta con le mani le pallottole che lui gli
sta sparando senza riportare danni, ma questo non lo salva dall’essere
abbattuto da un semplice colpo inferto dal suo nemico col taglio della mano. A
suo onore, diremo che non ha indietreggiato davanti al nemico.
L’Aviatore Notturno non mostra la
minima emozione per la vittoria appena ottenuta, il suo volto è una maschera di
pietra. Senza degnarli di ulteriore attenzione si lascia alle spalle i nemici
sconfitti. Non contano nulla per colui che si definisce Uomo Perfetto. Solo la sua
missione conta, soltanto la missione.
Ti chiamano Capitan America, ma
dentro di te ti senti ancora il timido Jeff Mace, il ragazzo che ha ricevuto
l’onere di rappresentare la più grande leggenda d’America senza la sicurezza di
esserne degno.
Molta acqua è passata sotto i ponti
da allora e tu hai preso più confidenza col tuo ruolo e coi doveri che
comporta. Per questo sei qui adesso, davanti all’ingresso di quella che sembra
una comunissima villa della campagna della Virginia che appartiene ad un uomo
di nome Jacob Paxton, un uomo ossessionato dall’idea di ricreare il siero del
supersoldato che trasformò il gracile e malaticcio Steve Rogers nell’originale
Capitan America. Un’ossessione comprensibile se si pensa che uno dei bisnonni
materni di Jacob Paxton era il professor Abraham Erskine, il creatore di quel
siero.
Tu sei tra coloro che sanno bene
quante lacrime, sofferenze e morti è costata nel corso dei decenni l’ossessione
di riprodurre il siero a coloro che ci hanno provato. Gli apparati politici e
militari vedono nel siero l’occasione di avere soldati migliori, l’opportunità
di vincere meglio le guerre, un’opportunità che rende più facile la scelta se
farle o meno. Non vedono, o forse non vogliono vedere, il pericolo insito nel creare
il sodato perfetto e la cosa non è limitata solo al tuo paese: altre nazioni si
sono gettate in questo folle gioco, una corsa agli armamenti superumani che sta
a te cercare di fermare in qualunque modo possibile.
Guardi l’uomo nell’uniforme blu dell’Aviazione
accanto a te. Tua sorella dice che il colonnello Michael Rossi è un uomo in
gamba e sei portato a crederlo, ma è pur sempre un agente dei servizi segreti
militari, gli interessi che ha giurato di proteggere sono diversi dai tuoi e
non puoi fidarti completamente di lui. Finora ti ha aiutato, ma presto o tardi
potrebbe anche volerti ostacolare.
Dopo che avete suonato alla porta
della villa, si apre e davanti a voi si presenta un uomo che non dimostra più
di 35 anni dai capelli neri e dei baffetti radi, che indossa un camice bianco
sopra un maglione che ha visto giorni migliori. Ti ricorda alcune immagini
giovanili di Tony Stark, ma ti basta guardarlo bene per notare la somiglianza
col celebre bisnonno.
-Il Professor
Paxton?- si presenta Rossi –Sono il colonnello Michael Rossi dell’USAF e quanto
al signore al mio fianco… beh non credo che abbia bisogno di presentazioni.-
-Certo.- ribatte
Paxton –L’emulo della più riuscita creazione di mio nonno. Che volete da me?
Sono piuttosto occupato.-
-Parlare delle sue
ricerche sul siero del supersoldato.- rispondi tu.
-Non ho nulla da
dirvi. Non lavoro più per il Governo ormai e non sono tenuto ad ascoltarvi.-
Cerca di chiudervi la porta in
faccia, ma Rossi la blocca col piede.
-E invece ci
ascolterà e ci farà anche entrare.-
-Questo… questo è
un sopruso.-
-Protesti col suo
Congressista se vuole, ma più tardi.-
Entrate
in casa e poco prima che la porta si chiuda alle tue spalle, ti volti. Hai
avuto la sensazione che qualcuno ti osservasse, ma non c’è nessuno, nessuno che
tu possa vedere almeno.
2.
Il gigante dalla
pelle arancione ricoperta di scaglie argentate si è mosso con una velocità
insospettata per uno con la sua mole e U.S.Agent fa appena in tempo a sollevare
lo scudo per proteggersi dal colpo che vi si abbatte sopra, ma la forza
dell’impatto basta a spingerlo a terra. Non è solo forza bruta, pensa l’eroe
patriottico, quelle scaglie sono affilate come rasoi. Deve essere quello
chiamato Razors, un povero mutante mal guidato da funzionari governativi che se
non erano corrotti, avevano almeno perso di vista gli ideali che dovevano
proteggere. Non era capitato lo stesso anche lui? Non era stato il burattino di
personaggi che avevano sfruttato il suo patriottismo per scopi perversi? Uno
come Steve Rogers o il ragazzo che ne ha preso il posto come Capitan America
avrebbero cercato di parlare con il loro avversario, di fargli capire che non è
necessario combattere, ma John Walker o Jack Daniels che dir si voglia non è
quel tipo d’uomo. Forse più tardi cercherà di capire cosa spinge il mutante chiamato
Razors a cercare di ucciderlo, adesso vuole solo sconfiggerlo.
Affonda il suo scudo nel plesso
solare del suo avversario facendolo barcollare, poi gli sferra quello che nelle
sue intenzioni dovrebbe essere un micidiale uppercut ma il suo avversario trema
per un attimo, però non cade.
-Tutto qui quello
che sai fare?- gli ribatte Razors.
-No.- è la secca
risposta di Agent mentre sferra un altro pugno.
-Fa del tuo peggio,
io sono assolutamente invulnerabile: non puoi ferirmi né uccidermi… ma io
posso… farti molto male.-
Il pugno saetta veloce e Agent fa
appena a tempo a proteggersi il volto ma non può evitare che il suo braccio
destro sia sfiorato. La manica si lacera e sul braccio si aprono tagli da cui
cola il sangue.
-Ora capisci?-
sibila il suo avversario.
Non sarà una passeggiata, pensa U.S.
Agent.
Jacob Paxton ti rivolge uno sguardo
strano, come se cercasse di guardarti dentro. Ignora ostentatamente il colonnello
Rossi e borbotta:
-Capitan America…
bah… il primo Capitan America era un vero supersoldato. Tu cosa sei?-
-Uno che cerca di
fare il suo dovere.- è la tua risposta, ma a quanto pare non basta a
soddisfarlo. Da quando sei entrato in casa sua ti è sembrato proprio il
classico tipo dello scienziato misantropo, ci mancherebbe solo che alzasse le braccia
al cielo e cominciasse a ridere per completare il quadro. E se fosse tutta una
recita? Il pensiero ti attraversa la mente e non sai neppure tu perché.
-Dottor Paxton…-
interviene Rossi.
-Professor Paxton.-
lo corregge l’altro –Sono stato il più giovane candidato ad ottenere la
cattedra di biologia molecolare prima che mi facessi convincere da voi buffoni
del Governo a sprecare cinque anni della mia vita nelle vostre stupide
ricerche.-
-Non abbiamo dovuto
faticare molto a convincerla professore…-
replica Rossi -… era abbastanza ansioso di ottenere fondi per le quelle che lei
chiama stupide ricerche… sul siero di del suo bisnonno… e non mi pare nemmeno
che si sia lamentato della paga che le abbiamo dato.-
-Il mio bisnonno
voleva migliorare l’umanità, voi militari volevate solo creare la perfetta macchina
di morte, un esercito concentrato in un uomo solo, c’è una bella differenza.-
-Toccato.- ribatte
Rossi. –Non negherò di certo che chi si è occupato del Progetto Rinascita e poi
del Progetto Arma Plus non avesse esattamente in mente di debellare le malattie
e cose simili, ma non è per questo che siamo qui.-
-Ah no? E perché
allora?-
Stavolta sei tu a rispondere:
-Temiamo che ci sia
qualcuno… una specie di cellula deviata e clandestina… che stia portando avanti il Progetto
Rinascita e vogliamo… io voglio fermarla. Lei può aiutarci a trovarli.-
Sempre che non sia tu quello che
cerchiamo, pensi.
-Molto ammirevole,
ma…-
Paxton non può proseguire. In quel
momento tu noti quella che è indubbiamente la traccia di un mirino laser. Ti
muovi rapidamente e poni il tuo scudo sulla linea di tiro proprio nel momento
in cui un proiettile infrange il vetro di una finestra e colpisce il tuo scudo.
-Cosa…?- esclama
Paxton.
Michael Rossi impugna la sua pistola
d’ordinanza mentre tu scatti e salti contro la finestra atterrando nel giardino
sottostante.
Nessuno. Il misterioso cecchino è
scomparso e la cosa non ti sorprende più di tanto, in fondo.
Il nome con cui è nato è Wesley
Smith, ma era un nome troppo comune per un leader radicale studentesco e così
scelse di abbandonare il nome da bianco e tornare alle radici. Addio Wesley
Smith, quindi, e benvenuto Kamal Rakim. Quegli anni sono dietro le sue spalle
adesso, il leader radicale è diventato un senatore e forse il suo radicalismo è
solo di facciata, dopotutto chi voterebbe per un politico davvero estremista?
Sì: gli anni lo hanno reso forse più incline a compromessi o forse è solo una
posa, una tattica per raggiungere i suoi veri obiettivi. Forse Kamal Rakim è
solo un personaggio a cui lui stesso ha cominciato a credere. Perfino sua moglie
Leila Taylor non ne è sicura.
Mentre sta per entrare nell’ufficio
del marito, la porta si apre e ne escono
alcuni uomini, tutti di colore.
Leila ne riconosce un paio, tra cui un reverendo Battista molto noto per la sua
capacità di infiammare gli animi quando sorge qualche questione che giudica d’interesse
per la comunità nera.
Se ne sono appena andati che Leila
chiede a Kamal:
-Che volevano da
te?-
-Oh, le solite
cose.- risponde lui con aria distratta.-Stavamo pianificando un po’ di azione
politica.-
-Uhm… se punti alla
rielezione non ti aiuterà farti vedere con noti leader radicali.-
-Davvero? La mia
gente sa già come la penso e poi la mia rielezione è ancora lontana, non mi
pare il caso di preoccuparsi.-
Forse no, pensa Leila, ma non può
far e ameno di chiedersi come si sarebbe comportato Sam Wilson e la cosa la
disturba non poco.
3.
Ci sono due tipi di uomini: quelli
che non picchierebbero una donna in nessuna circostanza e quelli che non
avrebbero problemi a picchiarla a sangue. Il Maggiore Libertà non è uno stinco
di santo e ne è consapevole. Una volta ha ucciso un uomo a mani nude ed ha
evitato il plotone d’esecuzione solo perché ha accettato di sottoporsi
all’esperimento che l’ha reso ciò che è oggi.
No, lui non è un cuore tenero come Capitan America, ma battersi contro
una donna non è nel suo stile, per questo non è stato pronto a reagire a Mystica, ma il tizio con le ali è tutt’altra cosa. Non
sembra un avversario pericoloso, anche se i suoi occhi rossi sono davvero
inquietanti.Dai suoi polsi partono dei dardi che il Maggiore riesce a bloccare
a fatica col suo scudo.
-Sono un tiratore infallibile e prima o poi ti
colpirò.- proclama il tuo avversario.
-Tu parli troppo.-
ribatte il Maggiore e lo carica a testa bassa.
Il suo avversario non si aspettava
una reazione così rapida da uno così massiccio e non trova di meglio che
sparare ancora. I suoi proiettili s’infrangono contro lo scudo del Maggiore che
non si arresta finché non lo travolge con tutto il suo peso. Sente un rumore
che potrebbe essere quello di ossa cave che si rompono, ma non perde tempo a
farsi domande e colpisce rapidamente il suo avversario finché non cessa si
muoversi.-
-Idiota.- sibila.
-Anche tu.-
Il Maggiore Libertà alza gli occhi e
si trova davanti… il suo avversario, lo stesso che è svenuto ai suoi piedi.
-Ma cosa….?-
esclama un attimo prima che il proiettile sparato dalla figura davanti a lui lo
colga in pieno petto.
Non ci sono dubbi, pensi, il
professor Paxton deve essere considerato molto importante in certi ambienti se
perfino un agente dello S.H.I.E.L.D. si è mosso dopo la segnalazione
dell’attentato. Si chiama Neal Tapper e non dimostra più di trent’anni, capelli
castano-rossicci tagliati corti ed una rada barbetta, un passato da ex
militare, forse. Appartiene al comando di Richmond, lo stesso che era diretto
da Sharon Carter prima che si prendesse un congedo illimitato tempo fa,[5]
e si definisce agente di collegamento con le autorità di polizia locali.
-Viste le ricerche
del Professor Paxton…- sta spiegando -… un attentato alla sua vita è
considerato materia di sicurezza internazionale, il che ci dà il diritto di
interessarcene.-
L’espressione sul volto di Michael
Rossi dimostra il suo scetticismo… o è solo il classico conflitto di
giurisdizioni immortalato in tanti film e telefilm? Speravi che nella vita
reale le cose andassero diversamente ma le speranza spesso finiscono deluse, lo
sai fin troppo bene.
-E voi ragazzi di
Fury siete certi di saper fare un lavoro migliore?- chiede Rossi.
-E lei colonnello è
davvero convinto che la polizia locale sia più adatta?- ribatte Tapper.-
-D’accordo.- si
arrende Rossi –Possiamo collaborare. Propongo di scortare il professore in un
luogo sicuro.-
-Niente affatto.-
interviene Paxton –Non intendo lasciare il mio laboratorio a nessun costo.-
-Possiamo
organizzare una sorveglianza discreta sul posto, che ne dice colonnello?-
propone Tapper.
-Si può fare. Mi
dia il tempo di organizzare la cosa. Nel frattempo rimarremo qui. Tu che ne
dici, Capitano?-
-Speravo di
sbrigarmela più in fretta…- rispondi -… ma non vedo altra scelta.-
-Bene. Ora che
abbiamo deciso tutto, vado a fare un po’ di telefonate ed un’ispezione
all’esterno. Vieni con me, Cap?-
-Beh…non so se…-
-Andate pure.-
interviene Tapper –Io resterò col professore sino al vostro ritorno.-
Siete appena usciti e non puoi
sentire quel che Tapper dice con tono confidenziale al professore:
-Sei sicuro che non
sospettino niente?-
-Sì.- risponde
Paxton –Non hanno la minima idea di cosa sto davvero facendo qui, puoi stare
tranquillo.-
-Me lo auguro.
Siamo andati troppo avanti ormai per fermarci ora.-
Spirito Libero è la prima a
riprendere i sensi. Dapprima fa fatica a capire dove si trova e come ci è
arrivata, poi ricorda e rammentare l’umiliante sconfitta subita le brucia non
poco, ma non ha il tempo di pensarci: l’Aviatore Notturno va fermato qualunque
cosa voglia fare.
Cathy Webster si china sull’ancor
svenuto Jack Flag e lo scuote.
-Svegliati Jack, ho
bisogno del tuo aiuto.-
-Uh… cosa?- in
pochi istanti Jack Flag si riprende del tutto –Quel,tizio ci ha fatto fare la
figura dei birilli dopo uno strike, dobbiamo fermarlo.- un pensiero improvviso
lo colpisce ed indica Americop ancora esanime –E di lui che ne facciamo? È un
assassino psicopatico. Non possiamo lasciarlo andare.-
-Me ne occuperò
io.- afferma l’agente Coulson –Voi andate a fermare quel pazzo, svelti.-
Di sicuro ci proveremo, pensa
Spirito Libero.
4.
Può davvero dire di essere
fortunato: la cotta di maglia che porta sul petto ha smorzato l’impatto delle
pallottole ed il suo fisico potenziato ha fatto il resto. Fa un male cane,
ovviamente, ma almeno è vivo. Il Maggiore Libertà prova ad alzarsi e qualcuno
gli tende una mano per aiutarlo.
-Faccio da solo.-
dice rivolto a U.S.Agent in piedi davanti a lui –Ehi, ma dove hai messo il tuo
scudo?-
-Idiota.- dice il
presunto U.S.Agent e gli spara di nuovo per poi mettersi a correre verso un
vicino corridoio.
Il Maggiore Libertà ricade a terra
per la seconda volta in pochi minuti. Il cerchio di Stelle sul suo petto
presenta una nuova ammaccatura.
-Mystica è una
mutaforma.- gli urla American Dream –Devi stare attento con lei.-
Come
se non se ne fosse giù accorto. Gli sembra di avere il petto in fiamme, ma non
intende farsi fermare da questo inconveniente. Si rialza di nuovo: quella
sgualdrina blu non lo farà fesso una terza volta, lo giura.
Dice di chiamarsi Michael Walter
Rogers e di essere un lontano parente di quello Steve Rogers che divenne il
primo Capitan America. A guardarlo in viso non si fa fatica a crederlo, perché
potrebbe sembrare il fratello gemello di Steve, a parte le tempie lievemente
ingrigite. Sostiene di essere sopravvissuto al bombardamento di Pearl Harbor,
il sette dicembre 1941, grazie ad un’iniezione di una versione del siero del
supersoldato che gli avrebbe anche permesso di avere un invecchiamento
rallentato nei successivi 70 anni. Sarebbe stato un agente speciale del Governo
addetto a lavori troppo sporchi per essere resi pubblici fino a che non avrebbe
deciso di disertare e mettersi in proprio.
Quale
che sia la verità su di lui, una cosa è certa: la sua abilità nel combattimento
corpo a corpo rivaleggia con quella del suo quasi omonimo, come hanno avuto
modo di scoprire sia il nuovo Capitan America, che American Dream.
Ora
sta vedendo nello scontro tra i tre eroi patriottici e i ragazzi di Mystica
un’ottima occasione. Per uno come lui liberarsi delle manette che gli tengono
imprigionati i polsi è un gioco da ragazzi. Se non ha fatto prima è perché non
era ancora il momento gusto.
Volge lo sguardo verso American
Dream. Peccato non avere il tempo di approfondire la loro conoscenza, ma avrà
altre occasioni. La ragazza è in gamba e se la caverà, ci scommette.
In breve tempo si confonde con le
tenebre.
Ti svegli di colpo. Non hai forse
sentito un rumore? Non avresti dovuto accettare l’invito di Rossi a riposarti
per un po’. A proposito, dov’è finito Rossi? La casa sembra fin troppo
silenziosa e buia. L’unica luce filtra da dietro la porta da cui si accede al
laboratorio privato di Paxton. Il professore lavora anche a quest’ora? Niente
di strano: si sa che gli scienziati hanno spesso orari bizzarri… eppure qualcosa
non ti fa stare tranquillo.
Ti avvicini alla porta, ma prima che
tu possa aprirla, un pugno ti colpisce facendoti cadere a terra. Ti rialzi solo
per vedere davanti a te una figura massiccia che non incontravi da tempo.
-Sta fuori da
faccende che non ti riguardano, Capitan America o dovrò usare le maniere
forti.-
Il Superpatriota, forse il più pazzo
di coloro che hanno deciso di adottare la bandiera come simbolo. Le cose si
stanno facendo sempre più complicate.
FINE
QUARTA PARTE
NOTE
DELL’AUTORE
Note? Quali note? Abbiamo già detto
tutto quello che c’era da sapere nel numero scorso, andatevelo a rileggere,
pigroni. Come? Volete sapere qualcosa di più sul nuovo arrivato Neal Tapper e
sul Superpatriota? Beh, dovrete aspettare sino al prossimo episodio, allora.
-_^
Carlo
[1] Non credeteci sulla parola, andate a controllare su Marvel Knights MIT #5
[2] Su Captain America Vol. 1° #213/114 (In Italia su Thor, Corno, #193/194)
[3] Su Incredible Hulk Vol. 1° #264 (In Italia su Fantastici Quattro, Star Comics, #16/17)
[4] Federal Bureau of Superhuman Affairs, dobbiamo
ancora spiegarvelo?
[5] Ovviamente, chi legge Vendicatori Segreti sa che il congedo è già finito e Sharon è tornato in azione con il team guidato da Steve Rogers, ma la notizia non è molto riservata,.